Il distretto conciario santacrocese premiato per l’impegno nelle politiche ambientali e di sostenibilità ambientale dei processi di produzione dall’annuale “Rapporto ecodistretti 2012”, curato da “Ambiente Italia” e promosso da “Rete Cartesio”, che classifica i sistemi produttivi italiani sulla base delle performance riportate in materia di sostenibilità ambientale.
Ecoinnovazione e investimenti
Terzo tra i 100 distretti produttivi italiani considerati dal rapporto, e primo tra quelli di settore, precedendo sia quello conciario vicentino (classificatosi al quinto posto) che quello di Solofra (sesto), il distretto santacrocese replica i buoni risultati che già negli anni passati lo hanno visto attestarsi nelle posizioni di vertice della classifica.
Investimenti sulle infrastrutture collettive a servizio delle imprese, progetti di cluster per la certificazione ambientale, capacità complessiva di fare “ecoinnovazione” sono tra i parametri utilizzati per stilare la classifica a margine del rapporto che ha messo a confronto l’attività di distretti operanti in molteplici ambiti, tra gli altri quello agroalimentare, il tessile, l’elettronico, il meccanico, il biomedico e l’industriale.
La Toscana al primo posto
La Toscana è risultata la Regione più virtuosa tra quelle in esame, oltre al distretto santacrocese sono stati premiati infatti anche quello tessile di Prato, classificatosi al primo posto, e quello cartaio di Capannori, secondo. «Questo riconoscimento-dice il direttore Assoconciatori Piero Maccanti- premia la concretezza, gli investimenti reali improntati alla ecoinnovazione che vengono fatti nel Distretto conciario di Santa Croce e i relativi sforzi che ogni giorno il nostro Comprensorio compie per mantenere alti gli standard di qualità raggiunti nell’impatto ambientale: su questi binari si inseriscono anche le nostre azioni future, pensiamo all’attuazione dell’Accordo di Programma con cui il Distretto realizzerà un processo di depurazione delle acque fondato sui più alti standard possibili in materia risanando anche i territori che sono a monte del bacino del Valdarno in un processo virtuoso che investe ben 42 Comuni e che sarà decisivo per risanare il problema delle falde acquifere del territorio consentendo di recuperare agli usi produttivi le acque depurate».
I parametri alla base della classifica
Questi gli indicatori alla base della classifica sugli ecodistretti: presenza di infrastrutture ambientali per ridurre l’inquinamento e gestire rifiuti ed energia, diffusione di tecnologie ambientali nelle imprese, numero di aziende con certificazioni ambientali, numero di marchi ambientali nei prodotti tipici del distretto, programmi di controllo ambientale da parte delle autorità pubbliche verso le aziende del distretto ed infine progetti di ecoinnovazione negli ambiti strategici della Rete Cartesio, rete cui aderiscono le Regioni Emilia Romagna, Lazio, Liguria, Lombardia, Toscana e Sardegna, in un progetto di promozione e condivisione di pratiche di sostenibilità ambientale inserito nell’ambito di un più ampio protocollo di intesa firmato dalle Regioni stesse e dai Ministeri dello Sviluppo Economico e dell’Ambiente.
Coordinato da “Ambiente Italia” il rapporto sugli ecodistretti ha visto la collaborazione dello IEFE dell’Università Bocconi di Milano e di: Scuola Sant’Anna di Pisa, Ervet Emilia Romagna e Gemini Ist di Roma quali altri componenti del Comitato Scientifico della Rete Cartesio, oltre al contributo delle Regioni della rete e di rappresentanti dei distretti.